Professor Chimenti: mister Fantasy? Intervista a Franco Chimenti
A cura di Gianni Bondini
Superarsi nel 2016. Piano didattico per prestazioni uniche
Rossana Ciuffetti
Alla ricerca di nuove conoscenze e del recupero di esperienze qualificanti. Questo è l’impegno della Scuola dello Sport per partecipare all’anno olimpico 2016. Nell’anno di Rio la Scuola dello Sport concorre infatti per superarsi con un’offerta formativa arricchita di oltre un terzo rispetto all’anno passato, come specificato nel Piano formativo 2016. Un impegno non banalmente cumulativo, ma garantito nella specificità di corsi e seminari mirati all’eccellenza, una scelta nella tradizione consolidata. L’asticella, anche questa volta, è fissata molto in alto, ma la direzione e lo staff della Scuola dello Sport sono impegnati lo stesso a superarla con l’orgoglio di onorare il confronto internazionale nella didattica sportiva, nel rispetto della tradizione del Comitato Olimpico Nazionale che mira a prestazioni uniche in ogni campo della sua azione. Vogliamo seguire la massima didattica: “Semplificare le difficoltà senza banalizzare il sapere”.
La resistenza nella mente. Prima parte: le determinanti psicologiche della prestazione di endurance
Alister McCormick, Carla Meijen, Samuele Marcora
Finora non sono state pubblicate rassegne esaustive che hanno valutato ed identificato sistematicamente quali siano le determinanti psicologiche della prestazione di endurance, di conseguenza non esistono linee guida su come migliorare la prestazione negli sport di resistenza basate su evidenze di ricerche specifiche. È stata quindi realizzata una review sistematica della letteratura con l’obiettivo di identificare gli interventi pratici di natura psicologica che possono migliorare la prestazione di resistenza e gli altri fattori psicologici coinvolti. Sono state valutate le metodologie di ricerca utilizzate negli studi inclusi per suggerire modelli teorici e applicativi per ulteriori ricerche. Per individuare gli studi rilevanti sono stati usati database elettronici, forward-citation searches, e ricerche manuali su liste di riferimenti bibliografici. Gli studi presi in considerazione sono stati quelli sottoposti a peer review che prevedevano un progetto di ricerca sperimentale o quasi sperimentale. Gli studi includevano un intervento psicologico, la prestazione di endurance come variabile dipendentee riguardavano atleti o adulti sani e fisicamente attivi. La review ha evidenziato un notevole vantaggio dell’utilizzo delle tecniche dell’imagery (immagine mentale), del self-talk (colloquio interno) e del goal setting (programmazione degli obiettivi), anche se non è emerso se è meglio perfezionare una sola abilità o apprenderne diverse. I risultati dimostrano che la fatica mentale danneggia la prestazione di endurance e che l’incoraggiamento verbale e la competizione “testa a testa” possono avere un effetto positivo. In conclusione si può affermare che l’allenamento delle abilità psicologiche può essere vantaggioso per atleti degli sport di resistenza; si invitano i ricercatori ad approfondire gli effetti delle pratiche diverse di interventi psicologici, includendo condizioni di controllo a placebo o un trattamento alternativo di controllo. I ricercatori vengono incoraggiati ad indagare su ulteriori fattori psicologici che possono avere un effetto negativo sulla prestazione di resistenza. Le future ricerche dovranno comprendere variabili di mediazione e di moderazione psicologica. Nella review vengono anche descritte le implicazioni dei modelli teorici della prestazione di endurance e i metodi basati sulle evidenze scientifiche.
L’importanza del cervello come generatore e recettore nello sport (di prestazione). Seconda parte: aspetti anatomici, morfologici e fisiologici della funzione del cervello
Franz J. Schneider
Nella seconda parte di questa serie di articoli si parla dell’ottimale rifornimento del sistema nervoso centrale attraverso le sostanze nutrienti, degli aspetti generali e specifici riguardanti l’anatomia, la morfologia e la fisiologia del sistema nervoso. Vengono affrontati i seguenti argomenti: la struttura e la funzione della cellula nervosa, la comunicazione neuronale, il trasporto assonale, la struttura della cellula nervosa, del tessuto cerebrale, della barriera emato-encefalica e di quella emato-liquorale.
Prevenzione e rischio di infortunio ai muscoli posteriori della coscia per il calciatore. Quali esercitazioni introdurre per la prevenzione delle lesioni muscolari agli hamstring?
Italo Sannicandro, Paolo Traficante
Le strategie di allenamento nel calcio orientano in misura sempre maggiore la propria attenzione verso gli aspetti preventivi. I dati epidemiologici relativi agli infortuni al distretto degli hamstring evidenziano non solo quanto sia frequente la comparsa di tale infortunio, ma sottolineano anche l’alto rischio di recidiva nell’atleta. Lo studio si prefigge di descrivere i fattori di rischio degli infortuni al distretto muscolare degli hamstring, fornendo una serie di proposte metodologiche in grado di garantire un’efficace prevenzione primaria e secondaria nel calciatore. Le proposte metodologiche sono supportate dall’analisi funzionale e da alcune sintetiche considerazioni sulla biomeccanica della corsa veloce che descrivono il complesso intervento del distretto muscolare in questione durante l’azione di corsa stessa. Si descrivono sia le esercitazioni di tipo tradizionale sia compiti motori funzionali più originali, in grado di rispettare i pattern di attivazione naturali della catena estensoria dell’arto inferiore e dell’anca; si individua nella complementarietà delle differenti proposte, l’efficacia dell’intervento preventivo, sia per l’atleta evoluto, sia per il giovane calciatore.
Agilità tra scelta esecutiva, età e genere. La storia del concetto di agilità, la valutazione e lo sviluppo della capacità di agilità nell’età evolutiva
Chiara Quesada, Laura Sironi, Francesco Mastrorillo, Antonio La Torre, Nicola Lovecchio
Nonostante la letteratura scientifico-sportiva si sia adoperata per definire sempre meglio l’agilità, esistono pochi studi e poche tabelle di comparazione circa le prestazioni di giovani pre-adolescenti. Differenze fra prove ravvicinate rispetto a variazioni esecutive non sono ancora state indagate. In ragione di questo si sono volute verificare le variazioni prestative secondo età, sesso e scelta esecutiva in un test standardizzato. In particolare è stato considerato l’Agility T-test come prova selettiva. Sono stati testati 177 studenti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni. Differenze prestative si sono evidenziate secondo l’età e non secondo il sesso. Nessuna variazione importante è emersa in relazione alla scelta esecutiva del cambio di direzione. Si può evincere, che in età preadolescenziale, il periodo “gold” per l’espressione di agilità siano gli 11 anni e i 13 anni per femmine e maschi rispettivamente.
Risposte fisiologiche e psicologiche a seguito di 21 mezze maratone consecutive: un caso studio. La corsa come messaggio solidale in favore dei diritti per le donne
Gianluca Rospo, Matteo Bonato, Francesco Sartor, Maria Francesca Piacentini, Antonio La Torre
Il soggetto di questo caso-studio è un’atleta master di 42 anni, la quale volontariamente e a scopo solidale, si è sottoposta ad un periodo di carico di allenamento intensificato, che consisteva nel percorrere ogni giorno per 21 giorni consecutivi la distanza totale di una mezza maratona (21097 km). L’atleta, nei due anni precedenti lo studio, aveva subito due interventi chirurgici cardiaci: uno per un’ablazione trans catetere al fine di migliorare un problema di extrasistolia e uno per l’otturazione del forame ovale pervio. Per questo motivo l’atleta è stata sottoposta ad esami specifici di controllo nel periodo precedente lo studio. Lo scopo del caso-studio consiste nell’osservare ed analizzare le risposte fisiologiche del sistema nervoso autonomo, cioè il bilancio tra il tono del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, e le risposte psicologiche ed in secondo luogo nell'esaminare come questi due metodi di monitoraggio possano indicare possibili stati di affaticamento durante e a seguito di 21 mezze maratone consecutive. Le risposte del sistema nervoso autonomo sono state analizzate tramite monitoraggio della variabilità cardiaca, un metodo di analisi che è stato dimostrato essere risultato predittivo per situazioni sia di affaticamento, sia d’incremento dello stato di allenamento, in diverse discipline sportive. Le risposte psicologiche, invece, sono state analizzate tramite questionario Profile Of Mood State (POMS), scala CR-10® di Borg e scala Total Quality Recovery (TQR). Il POMS è servito ad analizzare le alterazioni dello stato di umore dell’atleta, mentre la scala CR-10® ad indagare lo sforzo percepito durante le sessioni. Infine la scala TQR è stata utilizzata per monitorare il recupero percepito al mattino. I risultati derivanti da analisi della variabilità cardiaca dimostrano una crescita negli indici di tono del sistema nervoso simpatico con conseguente decrescita in quelli riguardanti il parasimpatico. Dati presenti in letteratura evidenziano come questa tendenza indichi un incremento dello stato di fitness nell’atleta.Viceversa, i valori risultanti dall’analisi del profilo psicologico dell’atleta evidenziano un aumento costante, seppur contenuto, sia dei valori di sforzo percepito, sia di affaticamento, con conseguente diminuzione dell’indice di recupero percepito al mattino. Questo studio mostra come l’analisi dei profili fisiologico e psicologico in un’atleta master di medio livello, sottoposta a periodo di allenamento con un carico esterno incrementato di questo tipo, possa essere d’aiuto nel predire un eventuale miglioramento dello stato di fitness, o viceversa, come riportato in letteratura, di sovraccarico non funzionale.
Un test atletico per i velisti. Proposta di un test atletico per misurare la resistenza alla forza dei velisti praticanti il windsurf olimpico
Claudio Scotton
Con l’impiego del remoergometro abbinato al cardiofrequenzimetro durante sessioni di allenamento in palestra si è in grado di riprodurre verosimilmente il lavoro fisico a cui è sottoposto l’atleta durante l’allenamento tecnico in acqua, rispettando la frequenza cardiaca e i tempi della prestazione. Nell’articolo si propone il protocollo per un test submassimale, utile per la misurazione del grado di allenamento acquisito dagli atleti che praticano il windsurf olimpico.
Il ritratto dell'atleta nell'arte contemporanea. I maggiori movimenti artistici, dall’Ottocento a oggi, hanno trattato il tema dello sportivo ma con finalità e intenti differenti
Tiziana Pikler
La tipologia dell’atleta in azione risale alla statuaria greca, soprattutto a partire dall’età dello stile severo (480-450 a.C.). A essa si associa la ricerca della bellezza e della perfezione in età classica (V sec. a.C.), con l’arte che assume anche la funzione morale di educare alla perfezione, unita alle opere nelle quali prevale l’attenzione per il movimento, rappresentato attraverso la proporzione e la sobrietà dei gesti. Il genere del ritratto, invece, acquisisce una propria autonomia, indipendente dalla funzione devozionale, nel Quattrocento, con le iconografie profane degli Uomini illustri e dei Trionfi. All’inizio del Cinquecento si trovano i primi ritratti di membri del ceto borghese che si fanno raffigurare insieme agli oggetti propri della loro attività, mentre nel Settecento compaiono i primi esempi di uomini e donne che scelgono di farsi ritrarre mentre sono impegnati in un’attività ludica. L’iconografia dell’atleta, intesa come ritrattato rappresentante uno sportivo realmente esistito e chiaramente identificato dall’autore o dalla critica, nasce solo nella seconda metà dell’Ottocento, quando l’evoluzione delle attività di loisir porta alla nascita dello sport professionistico e gli artisti sono sempre più liberi di scegliere i soggetti delle loro opere.
Carlo Vittori. Storia di un allenatore
Giacomo Crosa, Nicola Candeloro, Anna Rogacien, Gianni Bondini