Carlo Vittori racconta la professionalità e la passione con cui ha vissuto la sua vita, di atleta di elevato livello (presente già ai Giochi della XV Olimpiade di Helsinki 1952) e poi di grande allenatore/educatore (Pietro Mennea ne rappresenta un esempio emblematico), e con le quali ha interpretato la sua arte.
Con l’intento di “stimolare un confronto senza pregiudizi, ma che partorisca idee ed esperienze comuni per andare oltre, a disegnare un futuro più partecipato…”, Vittori si è dedicato a ed ha parlato di un fenomeno vitale per l'uomo, il movimento, e della sua applicazione nel mondo dello sport, che il movimento può esaltare e valorizzare al massimo. Ha mostrato le strade e la maniera di percorrerle, ha insegnato metodi di applicazione e di dedizione per riuscire nello sport, ha elaborato una vera e propria strategia di formazione giovanile e di allenamento dei velocisti. Ha lavorato all'idea di una scuola di pensiero italiana sull'allenamento, che mostrò, fin dal suo esordio come se si potesse unire in una sintesi originale e feconda, la teoria e la pratica, la dottrina e l'esperienza, in ciò valorizzando al massimo la figura ed il lavoro dell'allenatore.
Cinque grandi filoni (suddivisi in molteplici invitanti paragrafi): i fondamenti dell'allenamento sportivo giovanile; la teoria dell'allenamento, ovvero la chiara enunciazione di ciò che questo particolare stile di vita (l'allenamento) può fare oppure non fare; la tecnica e la forza muscolare; la scuola europea della velocità e le esperienze italiane; alcune preziose ed oltremodo istruttive esperienze.
Nervi e cuore saldi è arricchito dalla presenza di quattro video, attivabili con smartphone, tablet e pc attraverso la lettura del QR code: in questi video, l’autore sviluppa alcuni contenuti della sua metodica allenante (e non solo).
“Se si possa in un libro di qualche centinaio di pagine raccontare una vita tutta intera, senza omettere nessuno dei fatti importanti e significativi di quella persona, è un problema che si pone tutte le volte che sono in gioco le grandi figure, quelle che passando hanno lasciato e lasciano tracce indelebili, non cancellabili e non imitabili."
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Un ricordo di Carlo Vittori