Con questa seconda opera, diretta conseguenza della prima “Il maestro è nell’anima”, l’Autrice fornisce, non solo agli insegnanti, ma a ciascun lettore, riflessioni importanti sulla capacità di relazionarsi e di come sia importante essere in grado di trasformare in opportunità di crescita personale, i conflitti e i confronti che, dentro e fuori dalle palestre e dai dojo, la vita ci propone.
Le arti marziali quindi, come possibilità per imparare ad affrontare ciò che non è prevedibile, a trasformare i fallimenti in lezioni, e non in ultimo come possibilità di imparare come instaurare connessioni reali e creare relazioni significative, consapevoli che la relazione con l’altro è e rimane, l’essenza della vita.
Questo secondo testo diventa uno spunto di riflessione anche per chi gravita al di fuori dell’ambito tecnico, un’ispirazione e uno stimolo ad una continua e inarrestabile crescita personale.