Le caratteristiche muscolari del calciatore nell'ottica riabilitativa e preventiva

Di Gian Nicola Bisciotti






Le caratteristiche muscolari unite al comportamento elastico dell'unità muscolo-tendinea (UMT), costituiscono un fattore importante per il controllo motorio e bioenergetico della prestazione sportiva, e possono fornire importanti informazioni sul possibile rischio di insulto traumatico a carico dell'UMT stessa (Bisciotti e coll., 2001). La corretta comprensione ed interpretazione di alcune caratteristiche muscolari quali la stiffness, la compliance ed il comportamento elastico dell'UMT, costituiscono i pre-requisiti essenziali per impostare un corretto iter riabilitativo post-traumatico e per un idonea strategia di tipo preventivo, soprattutto per il calciatore. È importante ricordare, che i valori di stiffness e conseguentemente di compliance, determinano il comportamento elastico dell'UMT.
Secondo alcuni autori, una maggior stiffness sarebbe in grado di potenziare l'espressione meccanica del riflesso da stiramento. Inoltre, la rigidità della parte passiva della componente elastica in serie (SEC), mostra una certa plasticità nei confronti degli stimoli meccanici e metabolici dell'allenamento, soprattutto in rapporto all'attivazione muscolare isometrica ed eccentrica di elevata intensità. Confrontando i valori di stiffness del quadricipite e del tricipite surale di calciatori professionisti, rispetto a quella di sciatori discesisti e fondisti, e di velocisti e fondisti dell'atletica leggera, possiamo notare che i calciatori fanno registrare valori di stiffness intermedi per quanto riguarda il quadricipite femorale ed invece più bassi per il tricipite surale. Inoltre è interessante notare la completa mancanza di correlazioni tra i tempi di contatto (TC) e i tempi di volo (TV) e tra stiffness e TV, registrati durante lo stiffness test. Questo denota come il TC ideale sia correlato piuttosto alla regolazione della coordinazione inter ed intra muscolare durante il salto, oltre che alle caratteristiche meccaniche ed alla tipologia individuale di fibre muscolari. In effetti, in una popolazione di non-specialisti, come appunto possono essere considerati i calciatori, la stiffness rispecchia solo la rigidità del sistema, e non la capacità di restituire l'energia elastica immagazzinata dall'UMT durante la fase eccentrica del movimento, a differenza di quanto avviene negli atleti che sono riusciti a massimizzare con l'allenamento le capacità di recupero elastico da parte dell'UMT.



D'altra parte i valori di stiffness sono significativamente correlati alla massima potenza espressa durante la fase di spinta alla leg press partendo da una posizione statica. Questo avallerebbe l'ipotesi, secondo la quale elevati valori di stiffness possano massimizzare la potenza espressa durante una contrazione muscolare puramente concentrica. Infatti, l'UMT rappresenta il legame funzionale tra lo scheletro ed il sistema muscolare, per cui durante le azioni concentriche od isometriche una sua maggiore rigidità sarebbe in grado di trasmettere più efficacemente la forza generata, rispetto ad una struttura con una maggiore compliance. Per altro, in un ciclo stiramentoaccorciamento, la problematica di ottimizzazione si sposterebbe sul raggiungimento di un compromesso ideale tra stiffness e compliance (stiffness ideale).



È importante comunque notare come la rigidità muscolare aumenti all'aumentare della forza. Infatti, la relazione tra rigidità muscolare e forza prodotta è dipendente dal numero di unità motorie attivate. Per questo, la massima capacità di produrre forza è un fattore importante nella determinazione del grado di rigidità dell'UMT. Ma il dato maggiormente interessante è costituito dall'assenza di correlazioni in generale tra il grado di stiffness del quadricipite o del tricipite surale, e la frequenza di lesioni muscolari da trauma indiretto, mentre rileviamo una sempre maggior tendenza alle correlazioni significative tra eventi traumatici e stiffness conseguente al carico di allenamento. Lo stesso trend è riscontrabile per quanto riguarda gli infortuni della muscolatura ischiocrurale. Questi dati confermerebbero l'ipotesi secondo la quale il sistema muscolare tende ad un progressivo aumento della modulazione della stiffness, allo scopo di ottimizzare la performance, spostandosi però contestualmente verso una zona di progressivo aumento di rischio traumatico (Cavanagh e Kram, 1985).



Sarebbe quindi possibile individuare una zona di rischio, oltre la quale il progressivo irrigidimento del sistema muscolare, pur rimanendo nell'ambito della stiffness ideale per la prestazione, rischia di perdere l'integrità strutturale dell'UMT. Ciò sarebbe particolarmente vero per i gruppi muscolari biarticolari, che conoscono, nell'ambito della loro richiesta funzionale, un tipo di contrazione di tipo "ecocentrico" durante la quale l'UMT, al contrario di quanto non avvenga in un classico ciclo stiramento-accorciamento, viene prima contratta concentricamente ed immediatamente dopo, od addirittura contestualmente, stirata eccentricamente.


Per saperne di più: Atti del Convegno Isokinetic 2007 - Salute, prevenzione e riabilitazione nel calcioPerugia: Calzetti & Mariucci, 2007.