SdS - Scuola dello Sport, n° 91

ANNO EDIZIONE: 2011
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista SdS - Scuola dello Sport
PAGINE: 72

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Marco Arpino
Alcuni scenari formativi - La formazione del sistema della preparazione degli allenatori nei Paesi dell’Unione europea
I recenti sviluppi della crisi economica mondiale non lasciano più dubbi: la depressione economica, la più profonda dalle origini dell’integrazione comunitaria, ha investito in pieno il vecchio continente. L’Europa si trova di fronte a sfide senza precedenti, non solo dal punto di vista economico e sociale: l’UE è chiamata a dare prova della sua capacità di reagire, di adattare i suoi strumenti e le sue scelte politiche, ma anche di inventarne di nuovi, altresì nel campo della formazione permanente degli operatori dello sport. Se, da un lato, la crisi comporta numerosi rischi, il mondo sportivo e quello dell’educazione devono tuttavia interpretarla come un’opportunità unica per  una ridefinizione delle azioni per l’istruzione e la formazione, strumenti che sempre più concorrono al futuro dell’integrazione  europea. Sul tema, il Direttore della Scuola dello Sport ha proposto in un prestigioso contesto internazionale un’analisi di possibili prospettive dei modelli europei di formazione nello sport, anche in tempo di crisi economica.


Corrado Beccarini, Claudio Mantovani
La professionalizzazione del settore sportivo e la formazione dell’allenatore - Processi formativi nei diversi Paesi europei e il Progetto Life Long Learning per lo sport
Il rapporto tra competenze degli operatori sportivi e esigenze di coloro che usufruiscono dei servizi sportivi, rappresenta il principale problema derivante dalle mutate esigenze dei praticanti e dall’aumento della professionalizzazione e specializzazione degli operatori. Per contribuire alla discussione in atto in Italia ed in Europa sui processi di formazione e specializzazione professionale degli allenatori sportivi si rivolge in modo particolare l’attenzione alla costruzione, da parte dei tecnici, di competenze finalizzate alle esigenze del mercato sportivo sempre più caratterizzato da un significativo grado di complessità. Si analizzano, dunque, le principali caratteristiche dei processi formativi vigenti in diversi Paesi europei, evidenziando le linee strategiche per rendere più efficaci tali percorsi, soprattutto per quanto riguarda il rilascio delle qualifiche e la formazione continua. Si descrive il Progetto Life Long Learning per lo Sport, mettendo il risalto il processo che ha identificato le diverse fasi strategiche per la sua realizzazione e, infine, si indica la principale sfida che le organizzazioni sportive dovranno affrontare nell’immediato futuro, che sostanzialmente consisterebbe nel comprendere i cambiamenti del settore; migliorare le condizioni di lavoro e le relazioni tra i diversi attori; incrementare gli investimenti nella formazione e modernizzare i processi didattici; migliorare la relazione tra domanda e offerta e definire e sostenere chiaramente le carriere professionali.


Giovanni Esposito
La terza volta di Londra - A Londra 2012 vince la sostenibilità
Da tempo le azioni del Comitato olimpico internazionale (Cio) sono integrate in un programma che va al di là degli stessi Giochi olimpici raggiungendo la comunità sportiva in generale. Nel 2012 l’Olimpiade torna a Londra per la terza volta nella sua storia e la città è pronta ad accoglierla all’insegna della sostenibilità. I prossimi Giochi passeranno alla storia non solo per i tagli di emissioni, ma anche per i tagli di costi con un’attenzione particolare al business plan. Gli investimenti previsti sono di 15 miliardi di dollari contro i 40 spesi a Pechino 2008, ma è la generale considerazione degli stakeholder (fin dalla candidatura) a caratterizzare l’opera del Comitato organizzatore. L’opportunità olimpica non durerà solo due settimane perché il masterplan della città prevede una doppia scadenza: il 2012 quando si terranno i Giochi ed il 2025 anno nel quale Londra dovrebbe registrare il maggior potenziale di crescita del prodotto interno lordo procapite: il 45%. Gli organizzatori di Londra 2012 hanno pubblicato circa un anno prima dell’evento un dettagliato rapporto ambientale (A Bleuprint for Change) definendo e chiarendo come la capitale britannica sta monitorando la propria sostenibilità. Non con proclami, ma con documenti concreti disponibili anche sul web e un Ente speciale, la Commissione per la sostenibilità di Londra 2012, un organo indipendente che controlla e garantisce la sostenibilità dei Giochi, istituita nel gennaio 2007 per mantenere una promessa fatta in occasione della candidatura olimpica. È la prima volta che una Commissione di questo tipo opera per i Giochi olimpici e paralimpici. Le Olimpiadi londinesi lasceranno alla comunità locale una cospicua eredità, non solo in termini culturali, e lasceranno alla comunità sportiva internazionale un modello di sviluppo che considera la sostenibilità non come un costo, ma come un punto di partenza per arrivare all’applicazione concreta della responsabilità sociale, un investimento in grado di apportare benefici nel medio e lungo periodo.


A cura di Mario Gulinelli
Trainer’s digest - Prima va ucciso l’orso


Gerhard Lehmann
Leggere l’avversario? Possibilità e limiti - La capacità di riuscire a “leggere” l’avversario: definizione, limiti e possibilità di sua formazione
Nella pratica degli sport, in particolare di quelli  nei quali esiste uno scontro diretto tra gli avversari, sempre più spesso si dice che si deve “leggere” l’avversario. Con questa metafora si intende la competenza di un atleta nel comprendere le intenzioni dell’avversario prima e durante la gara e di sfruttarle a proprio vantaggio. La formazione di questa capacitàdi riuscire a “leggere” l’avversario avviene attraverso l’impostazione cosciente di un processo di lavoro a lungo termine tra atleta e allenatore, che comprende la formazione di presupposti della prestazione come le capacità di associazione, di anticipazione, di valutazione, di controllo delle emozioni e esperienze di gara, collegati in modo complesso tra di loro.


Daniela Longo, Francesco Lucertin, Emanuele Lattanzi, Marino Serafini, Ario Federici
Analisi biomeccanica del gioco delle bocce - Una analisi del movimento del gioco delle bocce basata su tecniche optoelettroniche
L’analisi del movimento basata sulle tecniche optoelettroniche permette di ottenere informazioni quantitative di tipo cinetico sul moto dei segmenti corporei. L’ obiettivo principale di questo lavoro è stato quello di applicare tali tecniche allo studio della biomeccanica del gioco delle bocce, allo scopo di caratterizzare il gesto ottimale e proporre una metodologia di analisi per lo studio cinesiologico di tale sport. In particolare è stato analizzato un campione costituito da otto atleti agonisti di serie A e otto atleti amatori al fine di valutare i parametri relativi alla postura (analisi statica) dei fondamentali del gioco delle bocce. Dai risultati ottenuti sono emerse differenze significative tra le due categorie analizzate.


Mario Bellucci, Angelo Tulli, Carmelo Bazzano, Avery D. Faigenbaum, Valentina Cipriani, Michele Panzarino, Rita Casella, Caterina Pesce
Indice di massa corporea e consumo d’ossigeno nell’adolescenza - Relazione tra il rapporto staturoponderale e il massimo consumo di ossigeno in alunni dai 12 ai 14 anni
La relazione esistente tra il massimo consumo di ossigeno (VO2max) e il rapporto staturoponderale (indice di massa corporea, body mass index o BMI) è stata analizzata in un campione di 2.288 alunni dai 12 ai 14 anni appartenenti a scuole medie statali del Lazio. I valori sono stati confrontati con gli standard statunitensi che definiscono il campo di normalità per la salute. Le ampie percentuali di alunni il cui BMI rientra del campo di normalità fanno ipotizzare l’esistenza di buone abitudini alimentari. Le minori percentuali di normalità del VO2max rivelano invece più ristretti livelli di efficienza cardiovascolare per la salute. Perciò, il corretto rapporto staturoponderale non sembra costituire di per sé una garanzia del buon livello di massimo consumo di ossigeno. Ciò è confermato e specificato dall’analisi della distribuzione percentuale dei preadolescenti all’interno di categorie che prendono in considerazione la collocazione dei loro valori di BMI e di VO2max all’interno o al di fuori delle rispettive zone di efficienza fisica (HFZ). Tale analisi ha consentito di evidenziare la presenza di fattori di rischio e di associazioni anomale per la salute quali, la presenza di un rapporto staturo-ponderale ’normale’ o inferiore alla normalità, ma associato ad un’efficienza cardiovascolare al di sotto del limite inferiore della zona salutare. Ciò evidenzia l’opportunità di allenare l’efficienza cardiovascolare secondo le raccomandazioni delle autorità sanitarie internazionali, che prevedono più ore di attività aerobica settimanale, e che dovrebbero essere seguite sia  nell’ambito dell’educazione motoria e fisica scolastica, sia all’interno dell’allenamento sportivo, anche nella pratica di quelle discipline che non necessiterebbero di un allenamento aerobico sotto il profilo prestativo.


A cura di Mario Gulinelli
Trainer’s digest - Sovrappeso e obesità giovanili: quale attività fisica?


Gereon Berschin, Mario Hartmann
Agilità - Importanza, allenamento e esame della capacità di cambiare direzione nei giochi sportivi: l’esempio del calcio
Si offre un panorama generale sul carattere, la struttura, l’allenamento e la valutazione della capacità di cambiare direzione nei giochi sportivi servendosi dell’esempio del gioco del calcio. Una analisi della letteratura dimostra come questa capacità non può essere classificata o subordinata ad alcuni dei fattori classici condizionali della prestazione. Malgrado la sua affinità con la forza reattiva è necessario che essa sia allenata e valutata come una capacità relativamente indipendente.


Stefano D’Ottavio
L’apprendimento della tecnica calcistica - Istruzioni per l’uso: come rendere funzionale l’insegnamento
La prestazione calcistica è caratterizzata da una serie di fattori che la rendono un fenomeno complesso e multifattoriale. Infatti, come sport di situazione, il calcio prevede abilità tecniche che presentano una natura “open” piuttosto che “closed” e in esso la prestazione si configura mediante una serie di operazioni sia mentali sia motorie e l’anticipazione e la percezione dei dettagli dell’ambiente risultano fondamentali per i processi decisionali ed esecutivi, così come per quelli interpretativi. Sul piano metodologico se si prendono in considerazione le esigenze del contesto e dell’individuo in quanto entità dinamiche, il cui stato cambia con il tempo, si possono utilizzare sia l’approccio cognitivo, sia quello ecologico. L’interferenza contestuale, che si riferisce al grado di complessità e alla  forma di somministrazione dei contenuti didattici, rappresenta la filosofia che sostiene le scelte da parte dell’allenatore e i margini di rischio che si vogliono affrontare. La ricerca di una automatizzazione precoce del gesto tecnico, privilegiando la pratica a blocchi rispetto a quella random, se può portare a ottenere risultati a breve termine, potrebbe rendere l’abilità raggiunta meno flessibile di quella che è possibile ottenere con un processo inverso. Per quanto riguarda la somministrazione di feed-back, le modalità descrittive, più di quelle prescrittive, aiutano l’allievo a trovare soluzioni personali al problema sia sul piano tecnico che tattico. Quindi esercitazioni situazionali e basate sul modello gara come gli small sides games ed i match play, sembrano essere una scelta adatta a tutte le età. Infine l’agility, termine che definisce la capacità di cambiare repentinamente direzione nel gioco, deve essere allenata e valutata inserendo negli esercizi quando possibile le tecniche di gioco, rendendo così più “ecologiche” e più rispondenti al modello di prestazione le proposte didattiche.

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Marco Ferrante, Giuliana Conte , Marco Arpino
Commento giuridico - Aspetti giuridici della lotta al doping

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