Una lezione di acquafitness

Di C.Cice - O.Ghinato



L'acqua abbinata a movimenti ginnici offre a tutte le persone, anche quelle in sovrappeso e/o obese, la possibilità di muoversi meglio e con minor carico sulle articolazioni (più si è immersi e meno pesa il corpo); l’approccio corretto è quello di utilizzare l’acqua che consente di muoversi fuori da schemi classici “terrestri” senza esasperare la gestualità e le proposte di lavoro. Da qui si va via via sviluppando il concetto di ginnastica in acqua, che si trasforma sempre più per arrivare al concetto moderno di Acquafitness.


COME DIMOSTRARE L’ESERCIZIO
L’istruttore deve immaginare se stesso in acqua e, mantenendo la postura corretta, deve mostrare il movimento da replicare applicando la stessa forza che applicherebbe se fosse in acqua. La gestualità è fondamentale, deve essere chiara e di rapida comprensione. Si deve essere in grado di trasmettere comandi sia con la voce sia con il corpo. Il codice di comunicazione è proprio di ogni istruttore, per cui non è necessariamente un linguaggio codificato come quello dell’aerobica. Ad esempio si può dire “jumping jack”, ma si potrebbe altresì dire “apro e chiudo”, ottenendo lo stesso risultato.
Bisogna tenere presente che per mostrare alcuni passi, soprattutto quelli prettamente acquatici, è necessario l’utilizzo di alcuni ausili come sedia e/o panca e/o step e/o pavimento. Si può anche mimare il movimento di gambe con le braccia, dicendo che le “braccia corrispondono alle gambe”. Saper anticipare i movimenti dell’esercizio successivo rende la lezione fluida e il movimento continuo. Infine, ma non meno importante, è il contatto visivo con la classe: l’istruttore deve saper lavorare a specchio.

 

Si deve cercare di usare la voce nel modo corretto per preservare le corde vocali. In piscina i rumori sono vari: la voce dei partecipanti ai corsi, l’acqua, la musica stessa che non si diffonde sempre in modo chiaro e pulito, la temperatura. Se la classe non replica nel modo corretto gli esercizi, è probabile che qualcosa nella gestualità dell’istruttore sia da modificare. Utile per l’istruttore è esercitarsi davanti a uno specchio per “pulire” i movimenti e correggersi.
Non è necessario urlare per tutta la lezione, è importante saper comunicare (dimostrare il movimento da compiere) sia con la voce sia con il linguaggio (detto cueing) gestuale di tutto il corpo. Il cueing misto è la soluzione ottimale per comunicare con il corretto anticipo il movimento che si vuole proporre. Per fare in modo che l’allievo controlli bene la postura, l’istruttore a sua volta dovrà curare la propria postura, dovrà saper dimostrare gli esercizi muovendosi come se fosse in acqua. È utile l’utilizzo del core board (body balance) per esercitare l’equilibrio.

 

Per saperne di più: Acquafitness, il manuale completo. C.Cice-O.Ghinato. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2011.