Riatletizzazione del calciatore



Di Francesco Vaccariello - Mauro Fumagalli



Dopo l’infortunio è importante rispettare le esigenze fisiche e psicologiche del calciatore, programmando la fase di recupero in modo intelligente. Qualsiasi tipo di trauma, di grande o piccola entità, porta con sé un decorso medico, masso-fisioterapico e riabilitativo. L’ultima fase è quella della riatletizzazione. 


Molti sono gli studi e i manuali sviluppati riguardo la riatletizzazione atletica: è fondamentale rispettare le tempistiche di ripristino fisiologico dopo l’infortunio muscolare o articolare. Quindi, inizialmente, ci deve essere una fase in cui l’atleta si ferma completamente e in cui riprende gradualmente le terapie.
In un secondo momento si possono stabilire dei programmi di forza, alternati all’attività aerobica con cicloergometro per arti superiori.
La terza fase è quella in cui si comincia a lavorare in piscina e con la bici, per poi cominciare a stimolare la forza degli arti inferiori, prima in forma analitica e poi in maniera funzionale.
Successivamente si passa ad eseguire lavori di: corsa alternata a camminata, corsa in linea lenta e corsa in linea a diverse velocità, intervallata da pause. Durante quest’ultima,  fondamentale progressione, è importante stimolare la mente con l’obiettivo del ripristino della coordinazione motoria ottimale. Quindi, giornalmente, si adotteranno percorsi coordinativi neuromuscolari brevi, associati al pre-atletismo a bassa intensità.
Si svilupperanno poi sequenze di esercizi più complessi e con obiettivi psico-motori diversificati, in modo tale da migliorare il movimento in tutte le sue forme. La fantasia è d’obbligo e può essere associata al lavoro psicocinetico. 


Nel momento in cui uno staff condivide la scelta di un percorso di recupero funzionale e riatletizzazione, si deve concordare il momento nel quale sarà inserito il lavoro con la palla. Tale scelta, una volta stabilita, è dettata solamente dal libero arbitrio dello staff medico insieme al riatletizzatore o al tecnico. Quando l’atleta ha raggiunto una buona coordinazione anche a media intensità si può e si deve inserire la palla, che è lo strumento che dà funzionalità al movimento; il calciatore “vive” seguendo le ragioni e gli sti moli associati ad essa. Attraverso il percorso di riatletizzazione tecnica si ridefinisce l’atleta-calciatore.



Scarica qualche esercizio!



Per saperne di più: Il ritorno all'attività agonistica. Francesco Vaccariello - Mauro Fumagalli. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2014.