L’allenatore nel calcio giovanile: leadership e intelligenza emotiva
Di S.Colotti, L.Francolini
Parlare di una squadra sportiva significa descrivere e analizzare il ruolo e le funzioni dell’allenatore. L’allenatore è il leader formale, definito dall’organizzazione sportiva e messo a capo di un gruppo di atleti, che è chiamato a formare, seguire, guidare, per raggiungere gli obiettivi che la società si propone. Egli svolge varie funzioni, che gli richiedono un bagaglio di competenze diversificate, che spaziano dall’ambito educativo, tecnico, organizzativo a quello psicologico. Colui/colei che ricopre tale ruolo è chiamato a riconoscere, gestire e portare al massimo livello psico-fisico le risorse che si trova ad avere a sua disposizione, per poter ottenere una prestazione ottimale. Quest’ultima subisce l’influenza di vari aspetti, tra cui le caratteristiche psicologiche e fisiche degli atleti, le caratteristiche del contesto e della relazione allenatore-atleta. Antonelli e Salvini (1987) sostengono che l’allenatore ricopre contemporaneamente almeno tre funzioni all’interno della squadra: si deve occupare dell’aspetto educativo-formativo, di quello tecnico- organizzativo e, infine, deve gestire il proprio status di leader. Per poter svolgere in maniera efficace ed efficiente ciò che gli viene richiesto, l’allenatore deve mettere in campo tutte le proprie competenze, per definire obiettivi a breve, medio e lungo termine che devono essere raggiunti dal gruppo, per individuare gli strumenti più adatti per poter perseguire tali scopi, per analizzare e comprendere la tipologia delle risorse umane a sua disposizione e per scegliere le strategie più idonee per evitare problemi e difficoltà. Lo scopo di questa ricerca è indagare il ruolo del’allenatore come leader del gruppo, considerando il settore del calcio giovanile.
Leadership
I termini leader e leadership contengono al proprio interno l’idea di guidare e influenzare gli altri e si riferiscono, contemporaneamente, allo status, al comportamento e all’insieme di tratti che caratterizzano la persona che si occupa della conduzione di un gruppo (Speltini e Palmonari, 1998). Nonostante l’attenzione che il costrutto di leadership ha sempre ricevuto da parte degli studiosi, non esiste una sua definizione condivisa. Ciononostante, la leadership può essere definita come “il processo di guida degli individui o dei gruppi nel raggiungimento degli obiettivi” (Cei, 1998; pag. 259). All’interno della cornice teorica legata all’influenza sociale, intesa come processo reciproco inevitabile, il leader viene
descritto come “la persona che può influenzare gli altri membri di un gruppo più di quanto sia essa stessa influenzata” (Brown, 1989 citato in Speltini e Palmonari, 1998; pag. 163). Per Martens (1991), invece, la leadership coincide più semplicemente con la capacità di alcuni di saper fornire ad altri un piano di lavoro, una direttiva, avendo una visione delle mete e delle risorse disponibili.
Intelligenza emotiva
Secondo Mayer, Roberts e Barsade (2008) la maggior parte delle forme di intelligenza riguardano l’apprendimento e il ragionamento su un argomento/tematica particolare. L’interesse che ha visto avvicinare l’intelligenza con la dimensione emotiva ha portato alla creazione del costrutto di Intelligenza Emotiva (IE) che si è sviluppato e si è concretizzato in diverse ricerche e pubblicazioni a partire dagli anni ’90 (ibidem). L’entusiasmo generato dall’identificazione di una potenziale “nuova intelligenza” ha portato ad un ampio impiego del termine, spesso anche in modi differenti (Matthews, Zeidner e Roberts, 2004; Mayer, Salovey e Caruso, 2000; McCrae, 2000; Neubauer e Freudenthaler, 2005). Fornire una definizione del costrutto di IE è sempre stato complesso. Il primo tentativo è stato effettuato da Salovey e Mayer (1990; pag. 5), che la definirono come “l’abilità di monitorare le proprie ed altrui percezioni ed emozioni, di sapere distinguere le emozioni dai sentimenti, e di utilizzare le relative informazioni (emotive) per guidare il pensiero e l’azione”.
Per saperne di più: GIPS, Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, n° 10