Allenamento della forza e salute mentale
A cura di Mario Gulinelli
Nel numero 7 del 2011 di Medicine & Science in Sports & Exercise, la rivista dell’American College of Sports Medicine (Acsm), che rappresenta attualmente la maggiore organizzazione esistente al mondo di medicina dello sport e dell’esercizio fisico, è stata pubblicata la nuova Position stand sulla quantità e la qualità di esercizio fisico in grado di mantenere l’efficienza cardiorespiratoria, muscolo-scheletrica e neuromotoria in soggetti adulti apparentemente sani con le relative guide per la prescrizione dei vari generi di esercizio fisico (Garber C. E., Blissmer B., Michael R. Deschenes M. R., Franklin B. A., Lamonte M. J., FACSM, I-Min Lee I. M., Nieman D. C., Swain D. P., Quantity and Quality of Exercise for Developing and Maintaining Cardiorespiratory, Musculoskeletal, and Neuromotor Fitness in Apparently Healthy Adults: Guidance for Prescribing Exercise, Medicine & Science In Sports & Exercise, 43, 2011, 7, 1334-1349, scaricabile da http://www.acsm.org/access-public-information/position-stands) che aggiorna il precedente documento dell’Acsm del 1998. In essa sono citati oltre quattrocento pubblicazioni da riviste scientifiche, studi epidemiologici, studi clinici, meta analisi, consensus statement e linee guida basate su prove scientifiche.
La Position Stand del 2011 conferma come, accanto al tradizionale allenamento cardiocircolatorio, sempre più vi sia la tendenza a ritenere un allenamento della forza uno strumento prezioso che, almeno quanto l’allenamento dell’endurance, offre molteplici benefici per quanto riguarda il recupero, il mantenimento e sviluppo dello stato di salute. Cosi Garber et al. (2011), nel paragrafo dedicato ai vantaggi legati al miglioramento dell’efficienza muscolare, ricordano come questi siano stati ben accertati nell’ultimo decennio e come, elevati livelli di forza muscolare siano significativamente associati al miglioramento dei profili di tutti i fattori di rischio cardiovascolare, a minori rischi per tutte le cause di mortalità, a una diminuzione dei casi di malattie cardiovascolari, alla minore probabilità di sviluppare limitazioni funzionali e malattie non fatali.
Attualmente disponiamo di insufficienti dati prospettici sulle caratteristiche dose-risposta che riguardano efficienza muscolare e effetti sulla salute o sull’esistenza di una soglia di benefici tale da raccomandare quale sia il minimo di forza muscolare, di potenza o endurance collegati allo stato di salute (Garber et al. 2011). Però, se si prescinde dall’aumento di forza, vi è una serie impressionante di cambiamenti di biomarker relativi allo stato di salute che derivano dalla pratica regolare di un allenamento con sovraccarichi (resistance training) che comprendono miglioramenti nella composizione corporea, nel livello di glucosio ematico, nella sensibilità all’insulina e nella pressione arteriosa in persone che presentano preipertensione e ipertensione di stadio 1. Per cui l’allenamento con sovraccarichi può essere efficace sia nella prevenzione sia nel trattamento della sindrome metabolica (Garber et al. 2011). Non deve essere trascurato, inoltre, che gli esercizi diretti all’incremento della forza e della massa muscolare sono in grado di aumentare efficacemente la massa (contenuto di minerali e densità minerale ossea) e la robustezza delle ossa che esse sollecitano specificamente, e possono rappresentare una misura preziosa per prevenire, rallentare o persino invertire la perdita di massa ossea in persone con osteoporosi. Se si considera poi che la debolezza muscolare è stata identificata come un fattore di rischio per l’insorgenza di una osteoartrite, l’allenamento con sovraccarichi può ridurre la possibilità che si producano disordini muscolo scheletrici (Garber et al. 2001) e in persone con osteoartriti è in grado di ridurre dolore e disabilità.
Per quanto riguarda i benefici dell’allenamento con sovraccarichi sulla saluta mentale gli Autori, però, osservano che essi hanno ricevuto un’attenzione minore di quelli associati agli esercizi cardiorespiratori, ricordando che alcuni studi preliminari permetterebbero di ipotizzare che questo allenamento può prevenire e migliorare stati di depressione ed ansia.
CONTINUA A LEGGERE, SCARICA l'articolo completo, da SDS Scuola Dello Sport, n°94. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2012.