Allenamento degli allievi Under 14 maschile e femminile: aspetti di gioco

Di Marco Paolini



L'organizzazione dell'allenamento nell'under 14 femminile

Un buon criterio per valutare se si è ben lavorato nel settore promozionale (minivolley e categoria under 13) è verificare il numero delle iscrizioni e confrontarlo con quello della stagione precedente. Un aumento delle iscrizioni in fascia under 14 rispetto a quelle dell’anno prima in under 13 significa che si è ben lavorato, almeno sul piano promozionale, e che le ragazze si sono trovate bene nella squadra giovanile, tanto da non voler abbandonare l’attività. Nel caso in cui, invece, si siano verificate diverse defezioni, è necessario analizzare criticamente la situazione per individuare il motivo degli abbandoni; il più delle volte si lascia il gioco a causa di un’attività troppo selettiva o per l’inadeguatezza di un allenatore poco predisposto a lavorare con ragazze tanto giovani. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, se si sono rispettati gli obiettivi propri della categoria under 13 ci si troverà a lavorare con ragazze che hanno sviluppato discrete capacità nel palleggio, nel bagher di ricezione e nell’attacco.

Questo è già un buon punto di partenza per l’under 14 e sarà bene continuare a sviluppare in modo omogeneo le stesse abilità, rimandando la scelta dei ruoli specifici alla stagione successiva. La scelta di ritardare ancora la definizione dei ruoli nasce dal fatto che l’individuazione di quello giusto è un fatto fondamentale e determinante per la crescita della giovane atleta, e una decisione troppo affrettata potrebbe pregiudicarne la correttezza. In quest’ottica, dovendo conservare nella fascia under 14 l’universalità dei ruoli, tutte le giovani atlete saranno chiamate ad alzare ed attaccare in eguale misura. Questa linea consente di raggiungere due risultati importanti: approfondire bene il palleggio anche nelle atlete che diventeranno poi schiacciatrici o centrali e sviluppare l’attacco anche nelle atlete che avranno in seguito il ruolo di palleggiatrici. Si procederà con un sistema di gioco in cui tutte le ragazze dovranno a turno alzare quando si troveranno in posto uno, facendo la penetrazione.

L’allenamento dei gruppi under 14 deve essere svolto in maniera tale da incrementare il volume dell’attività. Ciò si può fare sia agendo sulla durata della seduta, portandola da un’ora e mezza a due ore, sia continuando gli allenamenti anche dopo la chiusura delle scuole, esami permettendo, nei mesi di giugno e luglio. Generalmente, questo tipo di attività, che può essere estesa a tutte le categorie giovanili, è ben accettata dalle famiglie che temono, invece, il sovrapporsi degli impegni sportivi a quelli scolastici. È bene, comunque, rendere facoltative le sedute estive e dimostrare tolleranza nei confronti delle ragazze che per vari motivi non si allenano con assiduità in questo periodo.

Battuta e ricezione nell'under 14 maschile

L'allenatore si troverà preso fra la necessità di far apprendere ai propri ragazzi la tecnica individuale (palleggio, bagher, battuta...) e quella di far giocare subito la squadra, magari con forme di gioco semplificate ed adattate ai quattordicenni. Battuta e ricezione sono stati in passato i due fondamentali più importanti da “impostare” in una squadra U/14, ma oggi, dopo l’introduzione dell’obbligo della battuta da sotto, non è più così. Tale imposizione del regolamento ha, ovviamente, semplificato di gran lunga il problema della ricezione, la quale si è trasformata in un bagher o un palleggio di appoggio, consentendo in tal modo ai ragazzi di giocare molto di più; in altri termini, le azioni di gioco non si fermano più alla battuta e alla ricezione (come spesso avveniva prima) ma possono proseguire con l’alzata, la schiacciata, il muro e la difesa, a tutto vantaggio della continuità del gioco.

La nuova regola va considerata con positività nel suo complesso, anche se bisogna avere sempre presenti le conseguenze negative che fanno da contrappeso:
- il problema di imparare a ricevere una vera e propria battuta viene semplicemente rimandato all’ under 16, quando il giovane atleta passa improvvisamente dall’appoggio su battuta dal basso alla ricezione di battute floating o addirittura di battute in salto. A volte questo brusco cambiamento è vissuto dai ragazzi molto male e la cosa non fa che moltiplicare le loro insicurezze. E’ questo il motivo che induce tutti gli allenatori ad introdurre in allenamento la battuta floating già in U/14;
- negli allievi da quando si è cominciato a battere da sotto, il fondamentale che ha assunto maggiore importanza nell’economia del gioco è diventato indubbiamente l’attacco. Poiché l’attacco caratterizza la pallavolo di alto livello, è lecito chiedersi se sia giusto che ciò avvenga già nel campionato U/14. Nel percorso ideale di un pallavolista, l’età dei 14 anni rappresenta una fase sensibile nell’apprendimento del gesto tecnico della ricezione. La crescita delle potenzialità di attacco avverrà in seguito, anche grazie al futuro sviluppo morfologico. Nel campionato allievi, dunque, è preferibile vincere grazie ad una buona ricezione che ci consente di sbagliare poco, piuttosto che per merito di uno o due ragazzini bravi a schiacciare, ai quali vengono alzati tutti i palloni possibili. I ragazzi iniziano ad avere dei modelli di prestazione (i loro campioni preferiti) e l’aspetto agonistico della competizione li porta, naturalmente, a voler giocare per vincere. Questa è l’età giusta per sviluppare in modo adeguato il desiderio della vittoria, che ovviamente non sarà una vittoria a tutti i costi e dovrà prevedere anche la sconfitta, che andrà accettata serenamente. Che siano i ragazzi a cercare la vittoria è del tutto normale; non lo è invece che lo facciano gli adulti (genitori, allenatori o dirigenti) soltanto per vantarsi di un esito positivo o per criticare in caso di un esito negativo, togliendo ai giovani la serenità del gioco.



Per saperne di più: Marco Paolini, Nuovo sistema pallavolo. Calzetti e Mariucci, 2006.