Alcuni luoghi comuni da sfatare sul fitness e l'attività sportiva
Pierluigi De Pascalis

Nonostante la diffusione dello sport e della cultura del fitness restano ancora radicati numerosi luoghi comuni intorno alla pratica sportiva. Se superficialmente possono apparire come innocui, in alcuni casi possono produrre anche pericolose conseguenze. Si tratta di pratiche finalizzate a ottenere presunti benefici o ad accelerare i risultati, ma anche esercizi per strutture anatomiche inesistenti o l’impiego di accessori che producono l’esatto opposto rispetto a quanto ci si aspetterebbe di ottenere. A prescindere dai rischi anche estremamente gravi ai quali si può andare incontro, resta da ribadire che di fronte a presunti professionisti del settore che dovessero suggerire simili modalità operative, è bene prendere le distanze in modo netto e deciso. Ulteriori approfondimenti su tale argomento, oltre a una analisi statistica sulle dimensioni del problema, sono presenti nel volume Personal Trainer: come sceglierlo, come diventarlo.
1 - L’attività aerobica “brucia” la massa muscolare dei body builder
Questo timore è comune in una gran parte di individui che praticano attività fisica col principale obiettivo di incrementare la loro massa muscolare. L’attività aerobica diviene molto presto una nemica da evitare, o alla quale attribuire responsabilità per insuccessi che hanno altrove la loro causa.
Se è vero che non è possibile allenarsi contemporaneamente per una maratona e per una gara di body building, è altrettanto vero che per qualsivoglia attività sportiva è indispensabile disporre di un livello minimo di capacità aerobiche.
Il condizionamento generale dovrebbe essere sempre la base per tutti i tipi di allenamento. Anche nelle fasi successive, un certo grado di attività aerobica, effettuata a ritmi non necessariamente intensi da un punto di vista cardiaco, accelera i processi di vascolarizzazione agevolando il recupero muscolare.
Inoltre migliorerà il trasporto ed utilizzo di substrati energetici e plastici, terrà sotto controllo la pressione sanguigna, agevolerà l’utilizzo lipidico a fini energetici conferendo aspetto più tonico e definito. Da quanto sopra si evince che, una leggera attività aerobica, espleta i suoi positivi effetti anche sul bodybuilder senza comprometterne le masse muscolari.
2 - Gli esercizi per gli addominali aiutano a dimagrire e per la regione pubica occorre allenare gli addominali bassi
Allenare gli addominali non equivale a dimagrire, né tantomeno a snellire localmente gli accumuli di adipe. L’allenamento degli addominali induce certamente un dispendio energetico, ma al pari di altri allenamenti di uguale intensità e durata. Eseguire lunghissime sedute con centinaia di ripetizioni di crunch e sit up non equivale dunque a raggiungere una significativa perdita adiposa, e meno che mai a livello localizzato, tanto più che in nessun modo è possibile avviare un dimagrimento in aree specifiche del corpo né indurre significativi utilizzi di acidi grassi nel corso di esercizi di forza.
Queste affermazioni non intendono spingere all’abbandono degli esercizi specifici, ma vogliono semmai sensibilizzare verso un idoneo allenamento di strutture muscolari di grande rilievo. Una parete addominale tonica e robusta ha un ruolo non solo estetico, ma anche funzionale, aiutando nella prevenzione di scompensi posturali e del mal di schiena, a condizione che gli esercizi vengano eseguiti correttamente.
Purtroppo invece nulla è possibile fare per favorire il dimagrimento localizzato, che fisiologicamente non esiste, e tale convinzione spinge solo verso estenuanti sedute in cui ci si concentra quasi esclusivamente sull’allenamento della muscolatura addominale, associando esecuzioni errate degli esercizi e con l’unico obiettivo di poter vantare numerose ripetizioni.
Pertanto, oltre a non fornire benefici di alcun tipo, si possono determinare problematiche più o meno gravi, soprattutto quando si pretende di suddividere l’allenamento del retto addominale in più aree e nello specifico selezionando esercizi per gli addominali alti ed esercizi per gli addominali bassi. Questa affermazione è tra le più gravi che possano essere fatte, semplicemente perchè non esistono gli addominali bassi o gli addominali alti. Tale denominazione è frutto di errori di interpretazione che sono tristemente radicati in buona parte dei soggetti attivi. Il retto dell’addome ha origine e inserzione, senza punti intermedi di fissaggio muscolo-tendineo, quindi non può essere diviso in due zone da allenare separatamente, o capaci di contrarsi in modo indipendente.
Il “bruciore” che a volte si avverte nella parte inferiore dell’addome, allenando gli addominali, è spesso dovuto ad una cattiva esecuzione degli esercizi che stimola i flessori dell’anca con deleteri effetti sulla colonna vertebrale.
3 - Più si suda, più si dimagrisce
Sudare non equivale a dimagrire ma a perdere liquidi per effetto del sistema di termoregolazione dell’organismo. Sudando si evita il surriscaldamento dovuto all’aumento di temperatura durante un lavoro, pertanto non solo l’affermazione è errata, ma dar seguito a comportamenti che prevedono l’uso di pancere in neoprene o l’applicazione di pellicola per alimenti per incrementare la sudorazione, corse sotto il sole abbigliati in modo eccessivo, equivale soltanto a perdere maggiori liquidi senza fornire al corpo la possibilità di raffreddarsi adeguatamente e quindi mantenere l’equilibrio termico.
Tuttavia questo ipotetico legame “sudorazione-dimagrimento” ha fatto la fortuna economica di aziende operanti a cavallo tra gli anni ’80 e fine anni ’90 e intente a diffondere in malafede questo messaggio con l’obiettivo di vendere corsetti sintetici che, stimolando la sudorazione, avrebbero prodotto il dimagrimento localizzato senza sacrifici.
4 - Con l’uso dei pesi si diventa come i body builder
Frequentare una palestra due o tre volte la settimana non provoca ipertrofia significativamente visibile, e in ogni caso non paragonabile a quella di un body builder. Il processo ipertrofico è un meccanismo lento e complesso, a tal punto da scoraggiare molti di quelli che aspirano a grandi volumi e indurre altri a pratiche illecite (doping). La situazione è ancora più complessa se si tratta di soggetti di sesso femminile che hanno ancor meno probabilità di ritrovarsi con un fisico mascolino: scartare aprioristicamente l’impiego dei pesi in un allenamento è privo di logica e non consente di apprezzare i benefici che possono derivarne in termini di miglioramento della forza, rimodellamento corporeo, prevenzione all’incremento di grasso e, naturalmente, ad un aspetto estetico estremamente più piacevole per uomini e donne.
Per saperne di più: A scuola di Fitness, Pierluigi De Pascalis. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2015.